Indicizzazione e posizionamento di un sito internet

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Indicizzare un sito cosa significa e perché è diverso dal posizionamento

Indicizzare un sito significa fornire al motore di ricerca le corrette indicazioni affinché possa catalogare i suoi contenuti nel proprio database e restituirli, a seconda della rilevanza, agli utenti attraverso la SERP (Search Engine Page Results), ovvero la pagina dei risultati di un motore di ricerca.

Se un sito non è indicizzato il suo contenuto è invisibile e non potrà comparire in nessuna posizione della SERP.

Indicizzare non significa ottimizzare, ma è comunque il passo preliminare per ogni possibile strategia SEO (Search Engine Optimitazion). Se immaginiamo la competizione per il miglior posizionamento come una corsa podistica, possiamo dire che l’indicizzazione è l’iscrizione alla gara, mentre la prima pagina della SERP significa la vittoria.

Il posizionamento, come suggerisce lo stesso termine, è invece la posizione che un sito indicizzato riesce a raggiungere nella SERP dei motori di ricerca: fattore che varia in base centinaia di elementi presi in considerazione dagli algoritmi dei motori di ricerca.

PPC

Alcuni link sono etichettati come “Annunci”, il che significa che queste posizioni sono riservate alla pubblicità a pagamento. Il tuo sito web può entrare nei risultati di ricerca in modo naturale, con l’aiuto della SEO, oppure puoi investire in posizioni retribuite utilizzando PPC.

PPC è un modello di pubblicità online. Un inserzionista partecipa all’asta per inserire il proprio annuncio nei risultati di ricerca. Se l’inserzionista ha successo nell’asta, il suo annuncio verrà mostrato agli utenti. Così facendo, l’inserzionista paga l’offerta in base numero di clic che il suo annuncio online riceverà. Tuttavia, questa è una forma di acquisto di visite al tuo sito, piuttosto che cercare di “guadagnarle” organicamente.

Entrambi i metodi hanno i loro pro e contro:

VANTAGGI SEO VANTAGGI PPC
Non devi pagare i tuoi visitatori I risultati sono istantanei
Il traffico organico è più stabile Il traffico a pagamento può essere facilmente influenzato
SVANTAGGI SEO SVANTAGGI PPC
Prima che i risultati siano tangibili è necessario molto tempo Bisogna pagare per ciascun visitatore della pagina
Le prestazioni sono influenzate da diversi fattori e pertanto sono meno prevedibili Il mantenimento delle prestazioni è condizionato dal denaro

Glossario tecnico per l’indicizzazione di un sito web

Come fa il motore di ricerca a catalogare nel proprio indice tutti i contenuti presenti su ogni singola pagina di tutti i siti online? Lo fa attraverso la scansione ripetuta del web, realizzata con dei bot appositamente programmati. Ecco quali sono i termini da conoscere per capire questo processo tecnico e applicare strategie utili per le PMI:

  • Crawling: è il processo di scansione che avviene attraverso la catena di hyperlinks sul web e che permette al motore di ricerca di scoprire nuovi contenuti.
  • Web spider: è il software che permette di svolgere il processo di crawling su scala globale.
  • Googlebot: è il web spider di Google incaricato di ‘catturare’ i nuovi contenuti da indicizzare.


Come verificare che il sito è indicizzato su Google?

La procedura più semplice per controllare se il tuo sito è stato indicizzato da Google è quella di chiederlo allo stesso Big G, usando un operatore di ricerca avanzata. Digita la stringa site:iltuosito.it e controlla quali risultati restituisce la SERP. Se la pagina dei risultati è vuota, allora significa che il motore di ricerca non ha proceduto a indicizzare nessun contenuto e dovrai agire di conseguenza. N.B. La stessa procedura può essere applicata per le singole pagine, aventi URL identificativa, mediante l’operatore site:iltuosito.it/slug-singola-pagina-web.

Ancora più semplice è il controllo su Google Search Console, nota anche come Webmaster Tools, che fornisce gli strumenti per il monitoraggio e per la gestione di un sito web. Da Google Search Console → Indice → Copertura potrai ricavare informazioni sullo stato di indicizzazione del sito e individuare il numero di pagine valide, con avvisi e senza avvisi, che Google ha nel suo indice.

Indicizzare un sito: come si fa e quali strumenti usare

Se – dopo aver effettuato i controlli di routine – ti accorgi che il tuo sito non è indicizzato affatto, oppure ti sembra che i risultati non siano quelli che ti aspettavi, puoi rimediare con i seguenti interventi:

Collega il sito a Google Search Console
ne abbiamo già parlato come di uno strumento imprescindibile per monitorare le prestazioni del sito e per capire come Google lo analizza e lo cataloga. Ogni pagina e ogni cartella può essere segnalata all’attenzione del motore di ricerca in questo modo: accedi alla Search Console e nella sezione del menù “controllo URL” incolla l’URL che vorresti fosse indicizzata. Attendi la verifica di Google e clicca sul pulsante “richiedi indicizzazione”.
E’ bene precisare che questo strumento non influisce sul posizionamento (quindi sulla maggiore visibilità) che la pagina poi raggiungerà una volta ottenuto l’inserimento nell’indice di Google, ne sul tasso medio di aggiornamento del sito (stabilito autonomamente da Googlebot).
Crea una Sitemap del tuo sito
si tratta di un documento che contiene una lista esaustiva e aggiornata delle pagine del sito. Per controllare se questo file esiste e come si presenta, ti basta digitare sul browser https://iltuosito.it/sitemap.xml. Per crearla dovrai decidere quali pagine del sito desideri siano scansionate da Google e quale formato di Sitemap utilizzare. Potrai creare la mappa manualmente o con procedura automatica ed infine la metterai a disposizione di Google, aggiungendola al file robots.txt o inviandola direttamente a Search Console.
Controlla il file robots.txt
se dopo aver configurato la Search Console e realizzato la Sitemap, il sito continua ad avere problemi con l’indicizzazione potrebbe dipendere da errori presenti nel file robots.txt, quello che contiene le indicazioni per i bot che scansionano il sito. Il file robots.txt si trova di regola nella directory principale e contiene poche e semplici righe di comando e l’indicazione dell’URL della Sitemap.
Segnalare il tuo sito ai motori di ricerca
(vedi capitolo successivo)

Di solito, l’indicizzazione di un nuovo sito web da parte degli spider o crawler di Google (Googlebot) avviene in completa autonomia. Questi software (detti anche bot) hanno il compito di scandagliare internet alla ricerca di nuovi link, nuove pagine, nuovi contenuti da registrare ed aggiungere all’indice di Google. Da questo concetto scaturiscono due importanti considerazioni:

  • Per facilitare il lavoro degli spider ed essere indicizzati nel minor tempo possibile, sarebbe meglio essere linkati da un sito già ben indicizzato presente in rete.
  • Durante la fase di indicizzazione, Googlebot cerca anche di capire la frequenza con cui il sito viene aggiornato, in base a questo “tasso di aggiornamento” decide poi ogni quanto tempo rivisitarlo.
    Da questo concetto si intuisce l’importanza del “mantenere frequentemente aggiornato” il proprio sito web perché è uno dei modi per indurre Googlebot a “passare più spesso”.

Raggruppamento Google

Dopo aver eseguito la scansione, Google cerca di capire di che cosa trattano le varie pagine, in modo da organizzarle in raggruppamenti (o clustering) a seconda del loro tema. Questa operazione viene chiamata indicizzazione, e si basa sia sui contenuti testuali del corpo di una pagina, sia su una serie di elementi tecnici come il tag title o il testo alternativo per immagini e video.

Categorizzazione degli utenti e delle ricerche

Devi sapere che Google, per fornire sempre i risultati migliori ad ogni ricerca, cerca di capire bene non soltanto il tema delle pagine web che dovrà mostrare, ma anche l’intento di ricerca degli utenti: potresti infatti essere interessato a preparare in casa dei pasticcini, a conoscere le varie tipologie di pasticcino e le loro origini, oppure a comprarli, già confezionati industrialmente o magari freschi, in una pasticceria della tua città. Per capire come soddisfare al meglio le tue esigenze, Google tiene conto degli interessi che hai mostrato in precedenza: se in base alle ricerche effettuate risulti interessato alla cucina, il motore di ricerca potrebbe mostrarti per prime le pagine su cui troverai gustose ricette di pasticcini.

Geolocalizzazione

Un altro fattore importante per l’organizzazione dei risultati di ricerca è di tipo geografico: a seconda di dove si trova l’utente che effettua una query, Google potrebbe mostrare per prime pagine legate a quella specifica location, oltre che scritte nella lingua da lui parlata in quel luogo. Se ci pensi, una persona francese che vuole acquistare pasticcini a Parigi non sarà molto interessata alle pagine web in italiano di una pasticceria di Caserta, che invece saranno molto più pertinenti per chi effettua la stessa ricerca in Campania.

Freschezza

Le prime posizioni dei risultati di ricerca tendono ad essere occupate da risorse particolarmente recenti: è infatti probabile che gli utenti vogliano accedere a informazioni attuali e aggiornate. Ciò è tanto più vero per determinati argomenti, che Google riconosce come ‘popolari’ in un dato momento.

Ottimizzazione del sito (SEO tecnica)

Google vuole fornire la migliore esperienza possibile ai suoi utenti: per questo mostrerà loro per prime delle risorse che siano navigabili senza intoppi, intuitive e affidabili. Affinché una pagina appaia in alto tra i risultati di ricerca, è quindi fondamentale che il sito web di riferimento si carichi velocemente, e sia dotato di una struttura chiara ed articolata: in questo modo chi la visita non sarà costretto a lunghe attese, e non rimarrà disorientato da percorsi contorti.

Un’altra caratteristica che influenza fortemente il posizionamento delle pagine web è l’ autorità del loro dominio (o domain authority), ossia la reputazione, l’autorevolezza del relativo sito web in un determinato ambito, che viene stabilita sulla base di diversi fattori.

In realtà non c’è nulla di complicato: nel mondo in cui viviamo, capiamo che un’organizzazione è esperta di qualcosa quando notiamo che tante persone la citano nel parlare di quel qualcosa, e sappiamo che ciò è tanto più vero quando quelle stesse persone sono esperte di quel qualcosa. Se Ernst Knam, Iginio Massari e altri professionisti dell’arte dolciaria parlano spesso di un certo pasticciere, siamo più propensi a considerare quest’ultimo una figura autorevole nel suo campo.

Allo stesso modo, per determinare quanto sia autorevole un certo sito web, Google prende in considerazione principalmente la quantità e la qualità dei backlink, ossia il numero e il tipo di link in entrata: se tanti siti rimandano al sito in questione, e se tali siti sono considerati autorevoli in un certo ambito, allora il sito di destinazione sarà a sua volta considerato autorevole in quello stesso ambito, e le sue pagine avranno maggiore probabilità di guadagnarsi le prime posizioni tra i risultati di ricerche pertinenti.

Ottimizzazione del contenuto (SEO dei contenuti)

Bill Gates aveva proprio ragione: content is king. Uno dei fattori più importanti per conquistare un alto ranking è infatti il contenuto: mettendosi nei panni di chi effettua una ricerca, Google comprende che pertinenza geografica, velocità di caricamento o backlink sono sì rilevanti, ma ancora di più lo è un contenuto utile, comprensibile ed originale.

Verranno perciò premiate quelle pagine in cui viene fatto un uso coerente e strategico di parole chiave, pur non rinunciando ad un testo scorrevole, ad un saggio impiego dei colori e della divisione in paragrafi, oltre che di immagini e video che catturino l’attenzione dell’utente il più a lungo possibile.

Tra i parametri con cui Google definisce la piacevolezza di una pagina vi è infatti il tempo di permanenza su di essa, che di norma sarà tanto maggiore quanto più l’utente è interessato a scoprirne i contenuti.

Insomma, chi gestisce delle risorse web potrebbe pensare che avere una presenza online sia sufficiente ad essere trovato dai giusti utenti nelle giuste circostanze, ma in realtà non è così: se il proprio sito ed il contenuto delle proprie pagine web non sono ottimizzati per i motori di ricerca, sarà pressoché impossibile scalare i risultati che questi forniscono ed ottenere così l’attenzione degli utenti del web.

Ecco un esempio esplicativo per creare le pagine principali ed il menu del sito

Quando si crea un sito nuovo, la prima cosa da fare è creare le pagine. La classica Home Page è la prima e poi di seguito si creano le altre, fino a giungere alla pagina dei contatti. Questa fase è molto importante e non bisogna avere fretta. Ragioniamo.

Immaginiamo di avere un sito di una ditta che offre servizi di assistenza caldaie. Il titolare ripara tutte le marche ma è assistenza ufficiale Beretta e Riello.

Il classico menu che si fa all’inizio è composto dalle classiche 5 paginette: Home, Servizi, Chi Siamo, Dove Siamo, Contatti. Queste 5 voci rappresenteranno anche i titoli della pagine. Inoltre queste 5 parole saranno anche presenti nelle url delle pagine (http://www.nomesito.ithttp://www.nomesito.it/servizi/, ……………, http://www.nomesito.it/contatti/).

Se avete fatto questo sappiate che non è sbagliato e se il sito è di gran valore si posizionerà benissimo.

Ma se vogliamo dargli una mano e renderlo perfettamente SEO friendly in modo di favorire il posizionamento consiglio di cambiare approccio.

Innanzi tutto il nome delle pagine e di conseguenza dei title: Ok alla Home, OK anche a Servizi e Contatti. Però relegherei il Dove Siamo e il Chi Siamo nel footer e aggiungerei al menu principale le pagine “Assistenza Beretta” e “Assistenza Riello“.

Questo per dare una gerarchia alle pagine, catalogandole per importanza. Google reputa, senza dubbio, le voci nel menu le più importanti e noi dobbiamo passargli le pagine che sono realmente tali.

Il Dove Siamo ed il Chi Siamo sono voci meno importanti dal punto di vista SEO. Relegarle in un’altra posizione non apporterà danni alla user experience se le mettiamo in un punto dove sono facilmente individuabili. Ad esempio è ormai uso comune visualizzare la mappa nella pagina “contatti” e gli utenti hanno imparato a cercarla li.

Una volta deciso quali sono le pagine realmente più importanti del sito passiamo a scriverne le url. Consiglio di utilizzare url parlanti. Sulla home possiamo fare poco ma la url della pagina servizi del nostro amico riparatore di caldaie potrebbe essere http://www.nomesito.it/centro-assistenza-caldaie-nomecittà. Per quel che concerne la pagina Assistenza Beretta, potrebbe essere /assistenza-beretta-nomecittà.

Mettiamo l’attributo title anche ai menù

Il menu è composto da semplicissimi link ad altre pagine del sito. Applicando il tag title al menu, esplicheremo ancora meglio di cosa parla la pagina richiamata. Il title dei link dovrebbe essere infatti esplicativo e scritto in forma naturale. Tornando al nostro esempio, il tag title del menu “Assistenza Beretta” dovrebbe essere “Assistenza Caldaie Beretta”.

Nei siti HTML basterà aggiungere al link il tag title in questa maniera:

<a href=”www.sitoweb.xx” title=”assistenza caldaie beretta”>Assistenza Beretta</a>

WordPress invece ci consente di inserire l’attributo title alle voci di menu diversamente. Per farlo portatevi su ASPETTO —> MENU e fate click sulla linguetta in alto “Impostazioni Schermata”. Nella tendina che si apre, spuntate “Attributo Titolo” e “Relazioni fra Link” (vi spiegherò poi il motivo di quest’ultima opzione).

Con l’opzione “Attributo Titolo” attivata, sul menu comparirà il campo title che potremo andare a compilare per rendere il sito migliore dal punto di vista della SEO e favorire il posizionamento sui motori di ricerca.

Utilizzo dei Dati Strutturati

I dati strutturati sono delle “meta-informazioni” costituite da piccole porzioni di codice che, implementate sui siti web, permettono ai motori di ricerca di capire meglio i contenuti e le relazioni delle pagine e di restituire i risultati migliori e più pertinenti alle query digitate dagli utenti.

I dati strutturati furono introdotti da Google, Bing e Yahoo nel 2011 quando crearono un vero e proprio vocabolario in grado di definire qualsiasi entità e le relazioni che tra esse intercorrono. Questo vocabolario si chiama schema.org.

Attraverso i dati strutturati i motori di ricerca sono in grado di estrapolare le informazioni contenute nelle pagine web sotto forma di dato (metadati). Questo aspetto gli consente di:

Per approfondire: https://flavioweb.net/come-inserire-dati-strutturati-nel-sito/

Motori di ricerca e testi nascosti

Gli sviluppatori che si occupano di progettare siti web, in particolare usabili e/o accessibili, si saranno magari posti il dubbio, soprattutto per l'eventualità di essere interdetti dagli indici di Google e di altri motori di ricerca attenti a "ripulire" la rete da pagine non aderenti alle regole della corretta ottimizzazione.

Il problema è quello del testo nascosto eventualmente presente all'interno di una pagina, una questione che potrebbe, se spinta al limite, suscitare questa paradossale domanda: un sito usabile o accessibile può essere tecnicamente non conforme al regolamento di Google?

Tutto nasce quando parti di codice vengono nascoste per permetterne la lettura a motori di ricerca, browser testuali, screen reader o dispositivi mobili, ma non ai browser comuni. Le finalità possono essere diverse:

  • Per predisporre dei menu alternativi ad animazioni Flash
  • Per inserire degli strumenti dedicati all'accessibilità
  • Per avvalersi di servizi di statistiche di accesso
  • Per creare menu a tendina con CSS

Avvalendosi di pulsanti invisibili fino al passaggio del cursore, questi menu sono spesso utilissimi per contemplare più sottosezioni quando la struttura e la varietà di contenuti del progetto lo renda necessario.

Con l'avvento dei layout CSS-based questi tipi di menu vengono molto apprezzati per la versatilità (tutto il "lavoro" sull'aspetto e l'interattività è gestibile esternamente dai fogli di stile), e per la leggerezza in termini di byte rispetto alle alternative basate su altri linguaggi (Javascript, Java, ecc.).

Le tecniche per "nascondere" sono diverse, e sempre più spesso si avvalgono di proprietà dei fogli di stile, in grado di annullare la visibilità di una parte dei contenuti oppure di posizionare tale porzione al di fuori dei margini della pagina, ad esempio con questo codice, tra i più utilizzati:

  • position: absolute; top: -9999px; left:-9999px;
  • display: none;
  • visibility: hidden;

Molto più rapide e semplici, sfruttano le proprietà display e visibility dei CSS, capaci di nascondere gli elementi associati alla classe, con la differenza che con visibility tali elementi non verranno mostrati, ma occuperanno lo spazio nella pagina proprio come se fossero visibili, mentre con display non occuperanno nessuno spazio.

In aggiunta alle tecniche precedentemente descritte, è possibile citare anche il tag <noscript>, spesso utilizzato da contatori visite e altri oggetti dinamici, oltre che per fornire testo alternativo, ad esempio in caso di lettura da parte di browser non abilitati a Javascript:

L'interpretazione dei motori di ricerca

Analizzate alcune tra le principali tecniche usate comunemente al fine di integrare e migliorare layout e funzionalità dei siti web tramite testi nascosti, vediamo come la questione può essere affrontata in relazione alla corretta ottimizzazione (e indicizzazione) per i motori di ricerca.

La maggioranza dei crawler (software in grado di analizzare i siti web e indicizzarli per conto dei motori di ricerca) leggono i contenuti delle pagine grossomodo come browser testuali, non interpretando le regole dettate da CSS e script, e quindi rilevando (e indicizzando) quei contenuti che vengono con tali tecniche resi invisibili.

Ora, dalla pagina delle istruzioni per i web master del più noto e utilizzato tra i motori di ricerca, Google, si legge, nelle direttive, la prima delle "norme di base":

"Evita testo o link nascosti."

Ed alla fine del paragrafo viene riportato:

"Se un sito non rispetta le nostre norme sulla qualità, potrebbe venire bloccato dall'indice"

Leggendo queste direttive la reazione istintiva potrebbe essere quella di pensare che, se i testi nascosti sono tacciati come "irregolari" dal regolamento ufficiale di Google, allora ne sia assolutamente interdetto l'utilizzo, onde evitare penalizzazioni o addirittura esclusioni dagli indici dei motori di ricerca.

L'interpretazione letterale apparirebbe quindi in netta contraddizione con molte delle tecniche precedentemente descritte e comunemente riconosciute per l'usabilità e l'accessibilità delle pagine web, e, per assurdo, con i tag utilizzati dalle pagine stesse del sito internet del World Wide Web Consortium (www.w3c.org), nel codice sorgente del quale è possibile trovare, tra le prime righe, un tag molto esplicito: {{{1}}}.

Inserito in questo caso per nascondere dei pulsanti di skip a determinate pagine e contenuti del sito, l'attributo "invisibile" è legato ad un display:none. Nel foglio di stile in questione si trovano altre classi create appositamente per nascondere ulteriori porzioni di codice, e tecniche uguali o simili a questa sono riscontrabili nei sorgenti di molti altri siti di riferimento per l'usabilità e l'accessibilità del web, e in particolar modo nei siti che utilizzano layout CSS-based.

Tecnicamente questi siti sono suscettibili di esclusione dagli indici di Google?

La risposta credo stia nel buonsenso, e nell'obiettivo che sta dietro l'uso di tecniche del genere. È noto che, soprattutto in passato, la ripetizione sistematica di parole chiave all'interno del codice (tecnicamente definita keyword stuffing), fosse pratica ricorrente e, tra l'altro efficace, al fine di migliorare il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca. È evidente che nascondere testo nel corpo delle pagine per questo tipo di obiettivo sia pratica assolutamente deprecabile, e quindi giustamente assoggettabile a penalizzazioni o ban (esclusione dagli indici) da parte dei motori di ricerca.

L'uso orientato invece a migliorare l'accessibilità, o anche solo la navigabilità e l'estetica, è di gran lunga diverso, riconoscibile, oltre che da operatori "umani", anche da sistemi di controllo automatici, e quindi lontano dall'essere considerabile come tecnica di spam.

In questo senso la presenza di figure come quelle dei Quality rater introdotti nel 2004 da Google (si tratta in sostanza di operatori incaricati di analizzare, oltre che la qualità dei risultati delle ricerche e delle pagine trovate, anche la presenza di eventuali tecniche non valide) da una parte potrebbe generare preoccupazione nelle fila degli sviluppatori che lavorano con tecniche simili a quelle definite precedentemente, ma dall'altra propone un approccio non "automatico" e quindi più capace di distinguere le tecniche al servizio della navigabilità da quelle mirate esclusivamente a ottimizzare (o meglio "sovraottimizzare") le pagine.

Senza dubbio un segnale positivo e rassicurante per gli sviluppatori votati alla correttezza, oltre che utile al miglioramento del servizio reso dallo stesso motore di ricerca, sempre più abile nel produrre delle serp (search engine results page) con risultati attinenti e non falsati.

La conclusione più logica sarebbe quindi quella di continuare a produrre contenuti e soluzioni per curare l'estetica, la qualità e l'usabilità, anche avvalendosi delle tecniche fin qui analizzate, con il solo vincolo di evitare comportamenti che tendano in modo evidente e sistematico ad "ingannare" i motori di ricerca e chi ne fa uso.

Conclusioni sull'ottimizzazione

Sia la SEO tecnica che quella dei contenuti sono importanti per i siti web.

È quindi necessario sviluppare entrambe le aree allo stesso modo. Tuttavia, Webnode, offre un grande vantaggio perché si prenderà cura della SEO tecnica per te in modo che tu possa concentrarti soltanto sui contenuti.

Una lista dei fattori più importanti in grado di influenzare la SEO:

Backlink
La qualità dei collegamenti e il numero di domini che collegano al tuo sito sono fondamentali
Contesto dei contenuti
Google valuta se il contenuto soddisfa sufficientemente le domande degli utenti. Se hanno trovato ciò di cui avevano bisogno nella pagina o se hanno dovuto cercare ulteriormente.
Velocità di caricamento della pagina
La velocità media di caricamento della pagina è di 3 secondi. Tempi di caricamento più lunghi causano valutazioni negative. D’altro canto, un periodo più breve viene valutato positivamente.
Usabilità della pagina da parte dei dispositivi mobili
Se una pagina non è in grado di adattare la sua visualizzazione a schermi più piccoli, riceverà una valutazione negativa.
Sicurezza del sito
I siti che non sono protetti tramite HTTPS riceveranno una valutazione negativa.
Credibilità del sito
Google valuta se il contenuto è aggiornato, se l’autore è noto oppure la frequenza con cui il contenuto viene aggiornato. Questo fattore è particolarmente importante per i contenuti relativi alla salute e al denaro (come pagine su farmaci, prestiti, ecc.).
Dominio e autorità del sito
L’autorità dipende principalmente dall’età del dominio e dal numero di backlink.
Complessità e accuratezza dei contenuti
Google confronta i tuoi contenuti con altri siti, verifica se copri sufficientemente l’argomento e fornisci informazioni accurate e veritiere.
L’esperienza utente
Viene valutato se gli utenti non abbandonano il tuo sito, ad esempio a causa di pop-up o pubblicità eccessiva
Segnali sociali
Google ricerca il modo in cui i tuoi contenuti o il tuo marchio vengono discussi sui social network

Per raggiungere questo obiettivo, segui 3 passaggi fondamentali:

Rendi il sito accessibile
Consenti un accesso sicuro e veloce da qualsiasi dispositivo. Ogni modello Webnode può essere trasformato in un sito web accessibile.
Offri contenuti di qualità
Scrivere un blog. Scopri cosa chiedono spesso gli utenti. Crea una sezione FAQ per rispondere alle loro domande.
Consentire un facile orientamento
Crea un menu di navigazione semplice e chiaro e includi link a pagine correlate nei tuoi contenuti. I modelli Webnode semplificano il tuo lavoro.

Segnalazione del sito

Generalmente, i motori di ricerca indicizzano in modo automatico i siti Web. Se ciò non avviene, come nel tuo caso, è possibile indicizzare un sito collegandosi a delle pagine specifiche e segnalando l’assenza del sito nei database di Google, Bing ecc. Scopriamo, dunqu, come indicizzare un sito su Google, Bing e Yahoo!.

Per segnalare il tuo sito a Google
devi collegarti alla pagina per l’Aggiunta/Aggiornamento di un URL (all'indirizzp https://www.google.it/intl/it/add_url.html) e compilare il modulo che ti viene proposto, digitando l’indirizzo dell’home page del tuo sito nel campo URL (es. www.nometuosito.it) e una breve descrizione di quest’ultimo nel campo Commenti. Poi, clicca sul bottone Aggiungi URL e avrai inviato la tua segnalazione a Google, che in tempi relativamente brevi dovrebbe includere il tuo sito nel suo indice. Facile, vero?
Per segnalare un sito a Bing
bisogna usare i webmaster tool, ovvero degli strumenti che vengono messi a disposizione degli utenti che gestiscono un sito Web. Per procedere, collegati a questa pagina https://www.bing.com/webmasters/about, pigia sul link Iscriviti ed esegui il login tramite il tuo account Microsoft, il tuo account Google o il tuo account Facebook pigiando su uno dei pulsanti che vedi a schermo e poi digitando i dati di login al servizio scelto. Se sei già iscritto, invece, pigia sul bottone verde Accedi per eseguire il login.
Ad accesso effettuato, scrivi il link alla home page del tuo sito Web nel campo di testo Aggiungi sito (in alto a sinistra), pigia sul bottone AGGIUNGI, compila il modulo visualizzato inserendo l’URL della sitemap del tuo sito, la fascia oraria in cui riceve più traffico e le tue informazioni personali. Ricordati, poi, di spuntare le caselle collocate in basso relative alla ricezione di comunicazioni inerenti eventuali errori di indicizzazione del sito e problemi dell’indice e, per concludere, pigia sul bottone Salva.
Dopodiché sarai chiamato a verificare la proprietà del tuo sito. Per farlo, devi semplicemente seguire le istruzioni che vedi a schermo: scaricare il file .xml dalla pagina aperta, collocarlo sul server https://www.dominiotuosito.it/BingSiteAuth.xml, confermare il caricamento visitando l’URL in questione, pigiare sul bottone Verifica e seguire le istruzioni visualizzate a schermo per portare a termine la procedura di indicizzazione del sito.

Migliorare il posizionamento di un sito

Il tuo sito compare nei motori di ricerca, ma si trova sempre nella terza o nella quarta pagina dei risultati? Come ti dicevo nel capitolo iniziale del tutorial, pur essendo indicizzato, un sito potrebbe non essere ben posizionato nella SERP, dal momento che il posizionamento varia in base a molteplici fattori che vengono presi in considerazione dai vari motori di ricerca (Google, Bing, Yahoo!, etc.).

Per migliorare il posizionamento di un sito e farlo comparire nelle prime posizioni dei motori di ricerca, bisogna utilizzare al meglio le tecniche di SEO (Search Engine Optimization) che permettono di ottimizzare i contenuti presenti sul proprio sito al fine di renderli più “appetibili” ai motori di ricerca, che così li faranno comparire in cima alla loro SERP (ovvero la pagina contenente tutti i risultati trovati a seguito di una ricerca).

Come puoi riuscirci praticamente? Non esistono delle regole fisse da seguire, anche perché non conoscendo l’esatto funzionamento degli algoritmi che stanno dietro agli stessi motori di ricerca è pressoché impossibile formulare un modus operandi che funzioni sempre. Comunque sia, il consiglio che mi sento di darti è quello di puntare tutto sulla qualità. Evita, quindi, di cedere alla tentazione di pensare eccessivamente ai motori di ricerca e presta maggiore attenzione agli utenti: facendolo, i lettori noteranno la cura con cui prepari i contenuti presenti sul tuo sito e anche i motori di ricerca, con il tempo, ti premieranno.

Evitare tecniche scorrette

Un ottimo modo per dimostrare agli utenti (e ai motori d ricerca) di puntare tutto sulla qualità e sulla correttezza è quello di evitare tecniche scorrette, come quella del keyword stuffing. Molti pensano che ripetendo tantissime volte le kwyword all’interno dei contenuti presenti sul proprio sito Web i motori di ricerca possano prendere in maggiore considerazione i contenuti pubblicati. Niente di più falso! Gli algoritmi dei motori di ricerca, infatti, sono perfettamente in grado di capire quando viene fatto un “abuso” di parole chiave e, anziché posizionare in cima alla SERP il contenuto che presenta queste caratteristiche, addirittura lo penalizzano, posizionandolo nelle pagine secondarie.

Queste tecniche si dividono in base alla correttezza:

White hat
Le tecniche white hat sono quelle supportate da Google e che dovrebbero quindi portare benefici al tuo sito a lungo termine.
Black hat
Il termine Black hat SEO, invece, riunisce attività che cercano di aggirare l’algoritmo di ranking e migliorare artificialmente l’impressione della pagina agli occhi dei motori di ricerca. Quando si pratica Black hat SEO, c’è il rischio che il sito venga penalizzato.
Grey hat
C’è anche la Grey hat SEO. Queste sono le tecniche che Google non supporta, ma che al momento non è in grado di rilevare.

Analizza periodicamente il funzionamento del sito

Per fare in modo che il sito web della tua attività rimanga ai primi posti su Google, è necessario tenere monitorati i dati del sito e verificarne le prestazioni. Per farlo, occorre utilizzare diversi strumenti e piattaforme tecnologiche parecchio complesse, ma veramente utili per misurare le informazioni necessarie e capire le modifiche da apportare per migliorare.

Un altro elemento essenziale è rappresentato dalle linee guida per la SEO redatte da Google, che dovresti ricontrollare frequentemente e modificare il tuo sito web e i suoi contenuti per adattarli a questi parametri. Tuttavia, risulta abbastanza difficile perché queste linee guida per l’indicizzazione dei siti vengono modificate e aggiornate spesso. Quindi, bisogna tenersi costantemente informati per sapere come posizionare al meglio i siti web.

Una volta che il sito web della tua attività è ben posizionato su Google, dovresti continuare ad analizzare i dati e utilizzare le tecniche di cui ti abbiamo parlato per mantenerlo tra i primi risultati del motore di ricerca.


Altre tecniche

Un altro accorgimento che puoi adottare per creare contenuti di qualità è trattare argomenti che interessano ai tuoi potenziali lettori. Per sapere quali sono puoi utilizzare dei tool gratuiti, come Google Trends (di cui ti ho parlato in modo approfondito in un altro tutorial) e KeywordTool che permettono, rispettivamente, di sapere quali sono gli argomenti di tendenza in un dato momento e individuare le keyword “secondarie” legate alla parola chiave “principale” che hai deciso di prendere in considerazione.

A proposito di keyword “secondarie”, puoi utilizzarle per creare dei capitoli e dei sottocapitoli con i quali suddividere il tuo post. Per la struttura dei tuoi post, quindi, ti consiglio di adottare la seguente gerarchia.

Titolo (H1)
nel titolo ti consiglio di inserire sempre la keyword principale del tuo articolo (es. Come si fa copia e incolla su Facebook).
Sottotitoli (H2)
nei sottotitoli H2 ti consiglio di inserire le keyword secondarie correlate alla parola chiave principale (es. Come si fa copia e incolla su Facebook da mobile, Come si fa copia e incolla su Facebook da PC, etc.).
Sotto-paragrafo (H3)
negli eventuali sotto-paragrafi H3 presenti nei tuoi post puoi specificare ulteriormente il contenuto che andrai ad approfondire (es. Post, Link, etc.).

Per quanto riguarda il testo dei vari paragrafi che compongono gli articoli pubblicati sul tuo sito, ti suggerisco di usare un linguaggio semplice: usa frasi semplici, composte da soggetto, verbo e complemento oggetto ed evita di scrivere frasi eccessivamente articolate dal punto di vista sintattico e lessicale.

Strumenti di controllo

Google Search Console

E' uno strumento gratuito di Google che ti aiuta a monitorare, mantenere e valutare la presenza del tuo sito nei risultati di Ricerca Google.

Google Analytics

E' un servizio di analisi web gratuito di Google che ti consente di analizzare i dati sui visitatori del tuo sito.

Il rapporto Acquisizioni in Google Analytics fornisce dati su come i visitatori arrivano al tuo sito: da motori di ricerca, social network o referral da altri siti web. Il rapporto ti aiuterà a determinare quali tattiche di marketing online stanno portando il maggior numero di visitatori al tuo sito.

Ahrefs Webmaster Tools

E' uno strumento SEO gratuito che offre dati diagnostici per i siti web. Consente di eseguire la scansione delle pagine Web e di segnalare i problemi rilevati. Ti permette di monitorare le parole chiave del sito e i backlink.

Estratto dagli articoli